Desidero fare un po’ di chiarezza sull’argomento relativo alla vitamina B12 e la sua assunzione nell’alimentazione vegetale. Per farlo, ho immaginato un dialogo che raccoglie diversi dubbi con cui molti pazienti si confrontano. L’obiettivo è mettere in luce le dinamiche e le problematiche con la speranza di chiarire perplessità e questioni.
Paziente: Mi rivolgo a lei perché ho sentito dire da un’amica che si occupa di nutrizione vegana e io vorrei sottoporle un problema che mi preoccupa. Come vede dalle analisi che ho eseguito recentemente, ho la vitamina B12 bassa e l’omocisteina alta. Il medico di base mi ha detto che è pericoloso e che dovrei mangiare carne o prendere degli integratori, ma io non voglio!
Nutrizionista. Da quanto tempo segue un’alimentazione vegana?
P: Da tre anni
N: Come mai “non vuole” prendere gli integratori?
P: Ho letto diversi articoli che sostenevano che il problema della carenza di vitamina B12 sia un falso, architettato dall’industria della carne per ostacolare la scelta vegana. E che se si consumano adeguate quantità di vitamina B9, che si trova abbondantemente nei vegetali, non è necessario assumere la Vitamina B12.
N: È vero che l’acido folico può sopperire per certe funzioni ad una eventuale mancanza di vitamina B12. La vitamina B9, o acido folico, nel suo caso specifico, andrà aumentata perché dalle ultime analisi, l’omocisteina ha valori alti. È opportuno ricordare che i parametri di riferimento vanno presi con le dovute cautele, perché si riferiscono alla popolazione in generale. Inoltre, la vitamina B12 non interviene solo nel metabolismo dell’omocisteina, ma anche nella formazione della guaina che riveste le cellule nervose. Ecco perchè una sua carenza può provocare danni neurologici irreversibili.
P: Sono molto confusa, qual è il suo consiglio?
N: Cosa desidera per sè stessa? Qual è il suo obiettivo?
P: Ho scelto l’alimentazione vegetale per motivi etici, per cui vorrei continuare e al contempo preservare la mia salute.
N: Vorrei conoscere meglio la sua alimentazione, mi sarà di grande aiuto per valutare il suo stato di salute e la qualità del cibo che consuma. Acquista cibo biologico?
P: Si. A volte riesco a prenderlo da un contadino che coltiva non molto lontano dai miei genitori.
N: Ha modo di sapere se questa persona coltiva senza pesticidi e fertilizzanti chimici?
P: Beh, così mi dice.
N: In percentuale, come dividerebbe il suo consumo tra i prodotti biologici e quelli del contadino?
P: Un quarto sono di provenienza del contadino, gli altri dal supermercato di prodotti biologici.
N: Il suo intestino funziona regolarmente? Ha mai dolori, gonfiori, feci non formate?
P: A volte succede di avere qualche fastidio.
N: Che tipo di cereali consuma? Raffinati o integrali?
P: Quasi sempre integrali.
N: Nell’arco della sua giornata, in base all’anamnesi vedo che il suo stato di nutrizionale è ottimo e che consuma frutta tutti i giorni, alimenti freschi e naturali. Consuma abitualmente frutta e verdura cruda?
P: Verdura cruda poca, la consumo prevalentemente cotta. La frutta quasi tutti i giorni.
N: Senz’altro bisognerà aumentare significativamente la quota di ortaggi e frutta crudi, anche per stabilizzare il valore di omocisteina, che può esporla a rischio cardiovascolare. Rimane da monitorare il basso valore di B12. Una possibile soluzione, è quella di ricorrere ad un integratore privo di ingredienti di origine animale.
P: Vorrei evitare. C’è un’altra soluzione?
N.: Considerato il suo stile alimentare piuttosto sano, salvo l’aumentare i cibi crudi, potrei proporle di controllare nuovamente la VitaminaB12 tra un mese. Potremo verificare se diminuisce ancora e capire come si comporta il suo metabolismo.
P: Dovrei fare analisi del sangue frequenti?
N: Si, è necessario per evitare di incorrere in una carenza e i danni che ne possono conseguire. Bisogna verificare se fa parte di quella minoranza di persone che ha un più limitato bisogno di vitamina B12, o una maggiore efficienza nel metabolizzarla, ovvero che anche con valori più bassi rispetto alla media non incorre in alcun problema.
P: Ho un dubbio. Assumere un integratore non significa. di fatto, etichettare l’alimentazione vegan come non naturale per l’uomo?
P: Credo che il vero problema non sia lo stile alimentare, ma la qualità e la sicurezza dei cibi cui si ha accesso oggi. Solo poche persone hanno la fortuna di consumare vegetali di provenienza controllata, autoprodotti, così da non doverli pulire se non sciacquandoli appena per togliere polvere e terra. La maggior parte dei pazienti ad esempio, non ha il tempo di prepararsi un piatto di pasta o di fare la spesa nel supermercato biologico più vicino, il pranzo si consuma fuori, tranne le poche volte in cui riescono a portarlo da casa.
I cibi coltivati con metodo biologico garantiscono una qualità migliore rispetto ai convenzionali, ma questo non è sufficiente. Per la sicurezza della nostra igiene alimentare è opportuno lavarli adeguatamente. Sotto il profilo nutrizionale, potrebbero essere stati coltivati con eccesso di fertilizzanti naturali, accelerando così la maturazione fisiologica che li rende meno nutrienti. È importante che siano freschi per preservare al meglio i loro nutrienti e consumati in misura maggiore crudi, il calore, la luce e l’aria riducono significativamente la presenza di acido folico negli alimenti.
P: Credo proprio che non farò torto a nessuno assumendo un integratore ogni tanto, almeno nei periodi in cui non posso acquistare frutta e ortaggi dal mio contadino di fiducia o se per qualche motivo mi capiterà di consumare pochi cibi crudi.
Pr: Mi sembra una soluzione ragionevole e sostenibile!