svezzamento vegetale

Sempre più persone si pongono il problema di come alimentare il proprio bambino, ponendosi dubbi sullo svezzamento convenzionalmente somministrato, a base di verdure, parmigiano e omogeneizzati di carne. Molte coppie che hanno abbracciato uno stile alimentare a base vegetale, vegano o latto ovo vegetariano, desiderano sapere se sia possibile applicarlo al proprio bebè e come farlo, avendo la sicurezza di dare al proprio figlio tutti i nutrienti di cui ha bisogno per una crescita in salute. Coppie con uno stile alimentare convenzionale, che hanno l’intenzione di mettere in pratica lo svezzamento vegetale, sapendo quanto l’alimentazione basata su cibi vegetali, rappresenti un vantaggio per la salute del loro piccolo.

Sono ancora molte le  persone che  pensano che i bambini non possano fare a meno di mangiare carne e formaggi e non condividono la scelta di genitori che propendono per un’alimentazione vegetale. La letteratura scientifica sull’argomento dimostra che i bambini vegetariani e vegani, con un’alimentazione ben pianificata, crescono al pari dei loro coetanei onnivori, ma sono meno predisposti a quei tipici fenomeni dell’età infantile come otiti, tonsilliti, laringiti e anche a sovrappeso e obesità, condizioni sempre più diffuse e che a loro volta predispongono a diverse patologie in età adulta.

Nello svezzamento a base vegetale ci sono alcune regole base da seguire, nel rispetto della fisiologia del bambino. Un aspetto cruciale infatti è quello di far adattare l’intestino alle fibre in maniera graduale, poiché questa limita l’assorbimento di vitamine e minerali.

Il latte umano del resto, non contiene fibra ed ha una concentrazione di proteine e minerali molto blanda, ne contiene l’1% di proteine in peso, al pari di frutta e verdura, la classe di alimenti meno proteici.  Nello svezzamento convenzionale dal latte si passa subito ad una pappa che contiene verdure – quindi fibre – , carne e formaggio,  che hanno un’elevata concentrazione di proteine e minerali per un piccolo organismo in crescita. Nello svezzamento vegetale invece, oltre ad evitare carni e formaggi, si inserisce anche la fibra in modo graduale, così da far adattare l’organismo alla grande novità dei cibi diversi dal latte.  

A partire dai 12 mesi la fibra assumerà via via un ruolo sempre più importante fino ad essere di fondamentale importanza dai 24 mesi in poi e soprattutto nella vita adulta.

Vediamo quindi quali sono le regole base di uno svezzamento vegetale per fasce di età.

Dall’inizio dello svezzamento ai 12 mesi:

Le verdure vanno consumate private della fibra (quindi come brodo vegetale più eventuali succhi/centrifugati).

La frutta è l’unico alimento vegetale che può essere consumato compreso di fibra, nelle merende di metà mattino e metà pomeriggio.

I cereali devono essere raffinati (bianchi, perlati)

I legumi vanno consumati decorticati (acquistati come tali o passati al passaverdure per privarli del rivestimento).

Tutti i cibi contenti glutine (grano duro e tenero, orzo, farro, segale, avena, kamut) vanno introdotti non prima dei 7 mesi, meglio se sporadicamente fino ai 12 e comunque limitando il frumento (= grano duro e tenero).

Impostazione generale fino ai 12 mesi

Inizia con la merenda di metà mattina o metà pomeriggio e se tutto procede bene, già dopo 4-7 giorni aggiungi anche l’altra merenda.

Potrai offrire come merende del succo di carota, degli ortaggi cotti tagliati a bastoncino (broccoli, zucchine, cuocendoli in modo tale da mantenere una consistenza adatta a far mangiare il bambino con le mani),  yogurt di soia, creme di semi oleosi (crema di mandorla diluita con del latte di riso), latti vegetali senza zuccheri aggiunti. Se il tuo bimbo mostra gradimento e interesse per questa novità puoi da subito introdurre il primo pasto principale.

Il pranzo e la cena

Fino ai 7-8 mesi circa proponi un pasto principale (pranzo o cena, a seconda delle abitudini della famiglia) da consumare preferibilmente tutti insieme. Avvia il tuo piccolo alla conoscenza dei cibi nel modo più stimolante: con l’esempio di mamma e papà! Da come si tiene una forchetta, alla masticazione, ai cibi che si abituerà a vedere prima a tavola e poi nel suo piattino. Preparando per lui la versione “baby” del vostro pasto adulto.

All’età di 7-8 mesi si aggiunge l’altro pasto con la stessa impostazione del primo, e cioè:

  • brodo vegetale filtrato
  • cereale raffinato iniziando con le farine per poi aumentare gradualmente le consistenze
  • legume decorticato appena cotto alternando due volte a settimana con tofu schiacciato ridotto in crema
  • olio extra vergine di oliva
  • olio di semi di lino
  • crema di sesamo e di mandorla 100%

Non bisogna preoccuparsi se nel primo periodo il bimbo non dovesse mangiare tutto, a coprire tutti i suoi fabbisogni ci sarà comunque il latte materno o formulato, da offrire fino almeno i 2 anni di età. L’introduzione dei primi cibi diversi dal latte rappresenta un’esperienza molto intensa dal punto di vista sensoriale, aspetto molto importante per educare il gusto ai sapori delicati dei cibi naturali. E’ importante dare al meccanismo della masticazione e della deglutizione il giusto tempo di affinarsi, virando verso alimenti più viscosi rispetto al latte. 

Dai 12 ai 18 mesi – cosa cambia

Si introduce gradualmente la fibra di verdure, cereali e legumi (vedi oltre)

L’alimentazione si arricchisce notevolmente dei tanti sapori degli ortaggi. Fai assaggiare tutte le verdure con la giusta gradualità.

Si iniziano ad assaggiare le prime verdure crude (bastoncini di carota, fettine di ravanelli, finocchi, pomodori e cetrioli).

A questo punto, quella che finora ti è sembrata una snervante monotonia, si trasformerà in un tripudio di colori, sapori e odori! Puoi finalmente iniziare ad intro durre la verdura, iniziando con 1 – 2 cucchiaini a settimana.

La differenza tra quello che mangia il tuo bambino rispetto a quello che mangiano mamma e papà andrà via via diminuendo fino ai 24 mesi, quando i vostri pasti saranno praticamente uguali.

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Dott.ssa Roberta Bartocci

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